Ecocolordoppler
Un'indagine fondamentale per la valutazione del proprio stato di salute
L’esame è sicuro in quanto utilizza ultrasuoni e non radiazioni ionizzanti, inoltre è indolore e non invasivo, dato che si svolge come una normale ecografia:
- Sull’area da esaminare viene posizionato del gel per evitare disturbi nella lettura
- Sul gel viene fatta scorrere una sonda
- L’immagine risultante viene visualizzata sul monitor del macchinario
- Il medico ecografista osservando il monitor elabora la diagnosi
Mediante questo esame diagnostico è possibile esaminare:
- Tronchi sovraortici (TSA)
- Flusso arterioso degli arti inferiori
ECOCOLORDOPPLER DEI TRONCHI SOVRAORTICI (TSA)
L’ecocolordoppler dei tronchi sovraortici (TSA) è un tipo di ecografia vascolare che permette lo studio morfologico e funzionale dei vasi del collo (arterie e vene).
Con questo esame è possibile, pertanto, valutare:
- Diametro e spessore della parete di un determinato vaso: studio morfologico
- Velocità e direzione del flusso sanguigno all’interno dei vasi stessi: studio funzionale
E’ un esame sempre più richiesto sia dai medici di base che dagli specialisti non solo per la sua totale assenza di invasività ma soprattutto per il suo elevato potere diagnostico.
♦ A cosa serve?
Tramite l’ecocolordoppler TSA è possibile studiare le arterie carotidi, l’arteria vertebrale, l’arteria succlavia e le vene giugulare e succlavia, per la valutazione del cosiddetto “lume interno” ossia del loro contenuto. In questo modo è possibile stabilire se il vaso sia pervio oppure no, ossia se consente il passaggio di sangue in maniera ottimale o meno. Con tale esame diagnostico diviene quindi più semplice rilevare una stenosi che è un punto in cui l’arteria, essendo ristretta, non consente un adeguato flusso sanguigno.
♦ Malattia aterosclerotica o aterosclerosi
La malattia aterosclerotica è una seria condizione patologica a carico delle pareti interne arteriose, più frequentemente studiata nel distretto dei tronchi sovraortici. Tale patologia è caratterizzata dalla presenza dei cosiddetti ateromi ossia di placche costituite da materiale lipidico (colesterolo, fosfolipidi, trigliceridi), proteico e fibroso. La placca carotidea è la lesione aterosclerotica più frequente e altro non è che una vera e propria “incrostazione” delle pareti interne delle carotidi.
La placca può essere valutata dal punto di vista:
- Dell’aspetto morfologico (placche “soft” ossia ricche di lipidi; placche “hard” ossia ricche di calcio)
- Dell’estensione in lunghezza
- Dell’eccentricità
- Delle caratteristiche della superficie
- Delle eventuali complicanze associate (ulcerazione, emorragia intra-placca e trombosi)
E’ inoltre possibile quantificare la placca: la malattia aterosclerotica può, infatti, determinare piccoli ispessimenti di parete o veri e propri restringimenti del lume di un vaso (stenosi), che possono essere espressi come percentuale di riduzione del diametro o dell’area del vaso stesso.
Una stenosi è significativa se determina riduzione del calibro del vaso superiore al 70%: tale situazione è molto pericolosa per il paziente che, molto spesso, non presenta alcun sintomo. Questo è il motivo per il quale questa patologia risulti particolarmente insidiosa.
Tale situazione “critica”, come detto anche assolutamente asintomatica, è causa di un evento gravissimo che è il cosiddetto “ictus cerebri” di tipo ischemico (ossia da deficit di afflusso sanguigno), o addirittura la morte improvvisa in pieno benessere.
Esistono poi le cosiddette placche ateromasiche non “stenosanti ma emboligene”: la placca non ostruisce significativamente la carotide ma si presenta molto irregolare e potrebbe rilasciare piccoli frammenti che vengono trasportati dal sangue verso il cervello. Anche questa evenienza può causare attacchi ischemici transitori o addirittura “ictus cerebri”.
Una volta completata la valutazione morfologica (anatomica) si procede alla valutazione del flusso ematico (funzionale), grazie a:
- ColorDoppler
- Doppler pulsato (PW Doppler)
Il colorDoppler permette di ricostruire le mappe dei flussi ematici e la loro direzione, guidando la corretta acquisizione delle velocità mediante PW Doppler. L’associazione tra i dati anatomici e quelli flussimetrici permette la stima esatta dell’entità della stenosi ed indirizza verso una corretta terapia medica o chirurgica.
L’ecocolordoppler TSA è, inoltre, necessario per seguire nel tempo l’andamento di una stenosi e di valutare l’esito di un intervento chirurgico di risoluzione della stessa.
ECOCOLORDOPPLER ARTERIOSO DEGLI ARTI INFERIORI
L’Ecocolordoppler arterioso degli arti inferiori si effettua per esaminare l’aspetto morfologico delle arterie delle gambe.
♦ A cosa serve?
Mediante la rilevazione delle modifiche delle arterie e delle caratteristiche del flusso sanguigno al loro interno, questo esame diagnostico permette di valutare la presenza di:
- Stenosi
- Occlusioni delle arterie delle gambe
- Aneurismi (dilatazioni del vaso)
Stenosi ed occlusioni possono causare ischemie (mancanza di sangue), e quindi la necrosi dei tessuti degli arti interessati ossia un’alterazione strutturale irreversibile comportante la morte del tessuto stesso e quindi la perdita di qualsiasi funzione vitale.
Gli aneurismi – dilatazioni arteriose causate da una patologia della parete dell’arteria – sono invece causa di disturbi del flusso arterioso che può causare una rottura dell’arteria o una sua occlusione.
QUANDO E PERCHE’ ESEGUIRE L’ECOCOLORDOPPLER
- Fumo
- Diabete
- Ipertensione arteriosa (aumento della pressione)
- Ipercolesterolemia (elevata percentuale di colesterolo nel sangue)
- Almeno una volta dopo i 40 anni
Sono questi i principali fattori di rischio, in particolare per la generazione delle placche ateromasiche, che dovrebbero indurre e suggerire la necessità di sottoporsi ad una ecocolordoppler.
Infatti, si è visto come l’incidenza della stenosi carotidea aumenti esponenzialmente con l’età e con i fattori di rischio:
- Nei pazienti senza fattori di rischio, è sempre comunque consigliabile sottoporsi ad un ecocolordoppler TSA che può essere eseguito tranquillamente anche a 50-55 anni.
- Nei pazienti con plurimi fattori di rischio (fumo, diabete ecc.), invece, è consigliabile effettuare un primo accertamento già a 40 anni.
- Nei pazienti con rare patologie congenite (Medionecrosi cistica, Sindrome di Marfan ecc.), l’ecocolordoppler carotideo si rende invece necessario in giovane età (inferiore ai 40 anni), per valutare eventualmente una dissecazione aortica congenita che porta alla rottura dell’aorta, l’arteria più importante dell’organismo, e quindi ad emoraggia, o uno psudoaneurisma come quello femorale.
- Nei pazienti che hanno subìto un evento traumatico diretto o indiretto (ad es. colpo di frusta cervicale), questo esame potrebbe rendersi necessario, a qualsiasi età, anche inferiore ai 40 anni, per valutare, eventualmente, la presenza di danni alla parete dei vasi del collo.
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Dott. Andretta Michele
Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano con il punteggio di 110/110 e lode nel 1986. Specializzazione in Chirurgia Generale presso l’Università degli Studi di Milano con il punteggio di 70/70 e lode nel ...
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